La Piramide, scherzo di cattivo genere e fuori di luogo
Vallecchi editore
Firenze
1926
Collana «Prosatori Italiani Contemporanei».
Prima edizione. Mancanza della sovracoperta, ottimo esemplare. Romanzo avviato nel 1912 ma pubblicato soltanto nel 1926 in cui il gusto per la favola di Palazzeschi torna a esprimersi compiutamente attraverso la storia di un protagonista senza nome che sogna lunghi viaggi in luoghi lontani senza risolversi mai davvero o mai del tutto alla partenza. Un omaggio al sogno e alla sua fatale distanza dalla realtà, ma anche una metafora della condizione umana, segnata da progetti importanti e desiderio di condivisione sulla base tuttavia di una sostanziale e ineludibile solitudine.
In 8°, cm 20x14, 185 pagine, stato di conservazione eccellente. Brossura senza sovracoperta, prima edizione.
Aldo Palazzeschi, pseudonimo di Aldo Pietro Vincenzo Giurlani (Firenze, 2 febbraio 1885 – Roma, 17 agosto 1974), è stato uno scrittore e poeta italiano, uno dei padri delle avanguardie storiche.
Inizialmente firmò le sue opere con il suo vero nome, e dal 1905 adottò come pseudonimo il cognome della nonna materna, appunto Palazzeschi. Dalla seconda attività conseguì una ricca produzione letteraria che gli diede fama di rango nazionale, ma anche internazionale.
Palazzeschi, anche se nelle varie fasi della sua lunga attività di scrittore si è accostato ai movimenti contemporanei, ha sempre mantenuto la sua individualità e una particolare fisionomia. Anche quando egli, in un primo tempo, riprende i motivi crepuscolari e, in seguito, quelli futuristi, mantiene la sua originalità. I temi crepuscolari da lui ripresi sono infatti privi di languori eccessivi: se Palazzeschi ne ricalca certe situazioni, sostituisce però lo scherzo al sospiro e contamina il tono elegiaco con la presa in giro che conferisce alle sue liriche il carattere di divertimento.
Analoghe considerazioni valgono per l'adesione di Palazzeschi ad altre correnti. Lo scrittore seguirà come detto per breve tempo il movimento futurista e nel dichiarare ufficialmente sulla rivista Lacerba, nel 1914, che non si considerava più un futurista dichiarerà apertamente la sua vocazione al gioco della fantasia e al riso: «bisogna abituarsi a ridere di tutto quello di cui abitualmente si piange, sviluppando la nostra profondità. L'uomo non può essere considerato seriamente che quando ride [...] Bisogna rieducare al riso i nostri figli, al riso più smodato, più insolente, al coraggio di ridere rumorosamente...». Questo atteggiamento fa sì che in Palazzeschi si ritrovino i temi e i toni più vari: dall'immagine più onirica alla risata beffarda, dal divertimento funambolesco alla canzonatura che non esclude, comunque, un che di affettuoso e completamente estraneo al futurismo.
Nel 2024 ricorre il 50° anniversario della sua morte, avvenuta nel 1974. Occasione da non perdere.
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Luogo: Basilicata - Matera
Aggiunto a 27 giorni fa e scade il 25 November
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