Richard Sorge, la "spia del secolo", è alla sua ultima partita con la morte. Addetto all'ambasciata del III Reich a Tokyo, ma in realtà capo della rete locale di spionaggio sovietica, egli trasmette a Mosca: "Il Giappone non attaccherà la Russia." Ma è il suo canto del cigno; con quella informazione rovina la Germania e se stesso, e alla fine del giuoco l'ultima carta la gioca la morte. In questo romanzo Hans Hellmut Kirst ha intonato la marcia funebre per il suo eroe. Sopra un sottofondo rigorosamente vero, vagliato documento per documento, egli ha dosato abilmente i motivi più drammatici della vita di Sorge: le donne, l'alcol, la passione del rischio. Ma come "leitmotiv" ha scelto la solitudine: dell'uomo, solo con il suo odio e il suo amore non corrisposto per la patria perduta; dell'agente segreto, solo con il suo cervello e le sue tremende responsabilità.