Il soldato italiano dell ottocento, ill. Quinto Cenni, 1986.
68 EUR
RIVISTA MILITARE
IL SOLDATO ITALIANO
DELL' OTTOCENTO
NELL' OPERA DI QUINTO CENNI
ROMA
Novembre 1986
STABILIMENTO “OFFICINA CARTE E VALORI”
DELL’ISTITUTO POLIGRAFICO ZECCA DELLO STATO
IN ROMA
Periodico dello
Stato Maggiore Esercito
Direttore responsabile: Pier Giorgio Franzosi
I disegni di Quinto Cenni sono custoditi presso il Museo di Castel Sant’Angelo
Volume monumentale formato cm. 40X32X6 (peso Kg. 5), copertina rigida in tela azzurra con titoli e fregi in oro con sovraccoperta illustrata a colori, pagine 491 con illustrazioni a colori con oltre 250 acquerelli di Quinto Cenni, la metà a piena pagina con le didascalie in italiano e inglese.
– Fanteria
– Cavalleria
– l’Artiglieria e il Genio
– Le Guerre d’Africa
– Carabinieri, corpi ed istituti militari
– Vita quotidiana
– Grandi manovre e campi di istruzione
– Regio Esercito Italiano 1898
OTTIMO STATO DI CONSERVAZIONE
Quinto Cenni (Imola, 20 marzo 1845 – Carate Brianza, 13 agosto 1917) è stato un pittore italiano. Fu il maggior pittore di uniformi militari in Italia nel XIX secolo.
Nacque nel 1845, a Imola (all'epoca città dello Stato Pontificio), da una famiglia di idee liberali, suo cugino Guglielmo Cenni è citato fra le truppe garibaldine del 1860 e del 1866. Nel 1856, alla morte del padre, i numerosi figli si dispersero e Quinto si trasferì a Bologna, dove, grazie a piccoli sussidi ottenuti dall'amministrazione di Imola, poté iscriversi alla locale Accademia di Belle Arti. All'accademia si interessò delle nuove tecnologie legate alla pittura, in particolare fra il 1862 ed il 1867 studiò xilografia con Francesco Ratti. Nel 1867, dopo la morte anche della madre, si trasferì a Milano per continuare studiare xilografia all'Accademia di Brera.
All'epoca la fotografia era ancora ai primi passi e richiedeva apparecchiature ingombranti e difficilmente gestibili, per questo motivo un illustratore esperto e abile come il Cenni (che era uscito da Breda con un premio dell'Accademia per la litografia) aveva ampie possibilità per essere impiegato nelle riviste illustrate che stavano affermandosi in Italia ad imitazione di analoghe riviste estere. Quindi dal 1870 Cenni collaborò come illustratore specializzato su soggetti militari a diverse riviste, come "Epoca", "Emporio pittoresco" (Sonzogno), "La cultura moderna", "Rivista Illustrata Garbini", "La lettura", "Lo spirito folletto", "Emporium" e, principalmente, "Illustrazione Italiana" (Fratelli Treves). Nell'ambito di questo lavoro svolse un'opera di ricerca puntuale su tutti i particolari delle uniformi e degli equipaggiamenti degli eserciti italiani preunitari e sull'Esercito Italiano, venendo a contatto con diversi studiosi esteri.
Il tentativo alla base dell'opera di Cenni era quello di far conoscere l'Esercito Italiano al pubblico e soprattutto di farlo conoscere nella sua vita quotidiana in caserma più ancora che in campagna. Questo scopo lo spinse a presentare una storia dell'"italietta" in cui si sviluppa una coscienza unitaria, mossa dalle istituzioni primarie (scuola ed esercito) dello stato. Cenni portò avanti coerentemente questo tentativo fino alla sua morte avvenuta quando era già cominciata la prima guerra mondiale, che avrebbe cancellato definitivamente il mondo che egli presentava nelle sue opere, il 13 agosto 1917.
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