LEONARDO BAZZARO (1853-1937) OLIO SU TAVOLA CANALE DI CHIOGGIA 800900

8.000 EUR

LEONARDO BAZZARO (MILANO 1853 - MILANO 1937), OLIO SU TAVOLA RAFFIGURANTE UN "CANALE DI CHIOGGIA CON BARCHE" FIRMATO L. BAZZARO, IN CORNICE COEVA, PERIODO FINE OTTOCENTO/INIZI DEL NOVECENTO.
MISURE: tavola cm. 50 x 70
con la cornice cm. 66 x 85.
A CAUSA DEL VETRO LE FOTO NON RENDONO LA BELLEZZA DELL'OPERA E LA TAVOLOZZA DAI COLORI CALDI UTILIZZATA DAL PITTORE.
ARTISTA PRESENTE NELLA MAGGIORI GALLERIE D'ARTE E IN FONDAZIONI BANCARIE.
QUADRO MUSEALE.
Lievi difetti a due spigoli della cornice ma l'opera sotto vetro è perfetta e conservata in maniera splendida!
HO INSERITO IL SOLO RITIRO IN ZONA, VISTA L'IMPORTANZA DELL'OPERA MA CON LA POSSIBILITA' DI CONSEGNA SU TUTTA ITALIA, PREVIO ACCONTO O PAGAMENTO, ACCORDI E GARANZIE.
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Leonardo Bazzaro
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Baite a Macugnaga, 1895 (Fondazione Cariplo)

Le mondine, (1930) (Fondazione Cariplo)
Leonardo Bazzaro (Milano, 13 dicembre 1853 – Milano, 2 novembre 1937) è stato un pittore italiano.

Indice
1 Biografia
2 Opere principali
3 Mostre Pubbliche Culturali
4 Note
5 Bibliografia
6 Voci correlate
7 Altri progetti
8 Collegamenti esterni
Biografia
Nato a Milano da due commercianti di stoffe in Varese[1][2], Ambrogio Bazzaro e Anna Boschetti, sin da piccolo dimostra una spiccata passione e propensione per il disegno e le arti figurative[3]. I suoi genitori, anch'essi appassionati d'arte, assecondano questa sua naturale inclinazione e decidono di affidarlo agli insegnamenti privati di pittura di un loro cliente: il pittore Gaetano Fasanotti, titolare della prestigiosa cattedra di paesaggio all'Accademia di Belle Arti di Brera di Milano[1][2][3][4].

In seguito, i genitori si dimostrano ancora comprensivi quando - nonostante la loro volontà di avviare loro figlio nel ramo del commercio - permettono al Bazzaro di entrare all'Accademia di Belle Arti di Brera di Milano[1][3]. Diventato allievo di Giuseppe Bertini, prende come modelli di riferimento Giuseppe Bisi e Giovanni Migliara e si specializza nella pittura di interni e palazzi del '700[4][5], mostrando originalità nella ricerca di luce, di colore e nelle vedute prospettiche[1][3]. "Il piccolo Velazquez", così verrà soprannominato dai colleghi, aveva una pennellata veloce, irrequieta ma, allo stesso tempo, dotata di particolare perizia[1][4].

Nel 1873 avviene il debutto in pubblico partecipando alla mostra annuale di belle arti dell'Accademia di Brera. L'anno successivo, presso la Promotrice di Genova il suo quadro "Interno della chiesa di San Vittore di Varese" viene acquistato dalla civica Galleria d'Arte di Modena[3].

Con il dipinto "Dopo il duello", nel 1875 ottiene il "Premio Fumagalli" e l'interesse del mercante d'arte francese Goupil & Cie che gli commissiona parecchie opere[1].

Di lì a poco, però, la passione per le montagne e la riviera di Chioggia, lo porta a rompere il legame con Goupil & Cie[1]. Nel 1878 la svolta che gli permetterà di entrare a pieno titolo nel novero dei più importanti rappresentanti della "scuola naturalistica" lombarda[4][5]: in un viaggio nella laguna veneziana inizia a dipingere all'aria aperta, abbandonando le riproduzioni di interni[2][5]. Ben presto il successo di pubblico e critica, ottenuto nelle principali manifestazioni nazionali e internazionali, porterà il suo nome a fianco a quello di Filippo Carcano, Uberto Dell'Orto ed Eugenio Gignous[3][4].

Nella produzione degli anni Ottanta e Novanta non mancano i paesaggi della Valsassina, della Valle d’Aosta e, soprattutto, del Verbano, di cui raffigura, in toni sempre più intimisti, la vita popolare[2][5]. Proprio in quegli anni, infatti, Bazzaro fa costruire nel 1894 una villa presso la località Alpino, nel Verbano, sulle pendici del Mottarone; dove vi soggiornerà per oltre quarant'anni insieme a sua moglie Corona Douglas Scotti[3].

Nel corso degli anni, Bazzaro continua a partecipare a numerose rassegne lombarde, alle Biennali veneziane e alle Quadriennali romane riscuotendo sempre molto successo presso i collezionisti che gli richiedono repliche dei soggetti più fortunati[2].

Nel 1899 partecipò alla III Esposizione internazionale d'arte di Venezia.

Il dolore per la perdita di sua moglie Corona Douglas Scotti e del suo fratello sculture Ernesto Bazzaro, scomparsi entrambi agli inizi del 1937, porterà il Bazzaro ad abbandonare la pittura e la sua villa presso la località Alpino[3]. La struggente nostalgia per l'amata consorte lo portò a morire nello stesso anno il 2 novembre 1937, all'età di 84 anni, nella casa del nipote situata in piazza Virgilio 3 a Milano[1][3].

Per suo volere, viene sepolto accanto alla tomba di sua moglie presso il cimitero di Gignese, ornata dalla scultura "Esaurimento" del fratello Ernesto Bazzaro[1].

Opere principali
Dopo il duello (1875)
Il Ponte dei sospiri (1878)
La vestizione della monaca (1888)
Il duello (1878)
Verso sera (1887)
Ponte di Chioggia (1889)
Baite a Gignese (1890)
Baite a Macugnaga (1895)
Pace di naufraghi (1897)
Marina di Chioggia (1900)
Pensieri in riva al Lago (1900)
All'Alpino (1900)
All'ovile - Mottarone (1905)
Donne a Gignese (1905)
Dopo il naufragio (1906)
Rientro al Villaggio - Lago Maggiore (1910)
Pascolo - Lago Maggiore (1910)
Festosità (1920) , Esposta alla 12° Esposizione Internazionale d'Arte della Città di Venezia , sala 22
Alba del venerdì Santo (1930)
Piazzetta del Melezet a Bardonecchia (1932)
Mostre Pubbliche Culturali
Leonardo Bazzaro Un protagonista dell'Ottocento Lombardo - Leonardo Bazzaro e i grandi maestri del Naturalismo lombardo (1870-1900) Galleria Bottegantica, Milano dal 21/10/2011 al 23/12/2011.
Leonardo Bazzaro Un protagonista dell'Ottocento Lombardo - Leonardo Bazzaro. Itinerario pittorico tra la Valle d'Aosta e la Laguna Veneta (1900-1930) Galleria Ambrosiana, Milano dal 21/10/2011 al 23/12/2011.
Note
Leonardo Bazzaro, maestro di naturalismo a Gignese, su archiviodelverbanocusioossola.com. URL consultato il 19 luglio 2016.
Leonardo Bazzaro, su treccani.it. URL consultato il 19 luglio 2016.
Le ville e gli Artisti dell'Alpino, Scenari SrL. URL consultato il 6 luglio 2016 (archiviato dall'url originale il 21 marzo 2016).
Leonardo Bazzaro - Biografia, Gammanzoni. URL consultato il 19 luglio 2016.
Leonardo Bazzaro uno e due, Società Editrice Umberto Allemandi & C. spa. URL consultato il 19 luglio 2016.
Bibliografia
G. Nicodemi, In memoria di Leonardo Bazzaro, Milano 1938
S. Rebora, Leonardo Bazzaro, Edizione dei Soncini, Soncino, 1997
Laura Casone, Leonardo Bazzaro, catalogo online Artgate della Fondazione Cariplo, 2010, CC-BY-SA (fonte per la biografia).
F.L. Maspes, E. Savoia, Leonardo Bazzaro. Catalogo generale delle opere, Antiga Edizioni, Crocetta del Montello (TV), 2011.
E. Chiodini, Leonardo Bazzaro. Una vita per la pittura, in F.L. Maspes, E. Savoia, Leonardo Bazzaro. Catalogo generale delle opere, Antiga Edizioni, Crocetta del Montello (TV), 2011, pp. 11–45.
S. Bosi, Leonardo Bazzaro. Un protagonista dell'Ottocento lombardo. Cenni biografici, in Leonardo Bazzaro e i grandi maestri del Naturalismo lombardo, catalogo della mostra, a cura di E. Savoia, Bottegantica, Milano, 2011, pp. 5–7.
Voci correlate
Milano
Accademia di Belle Arti di Brera
Giuseppe Bertini
Chioggia
Mottarone
Alpino
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Dall'Enciclopedia TRECCANI
BAZZARO, Leonardo
di Paolo Mezzanotte - Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 7 (1970)
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BAZZARO, Leonardo. - Nacque il 13 dic. 1853 a Milano, da Ambrogio, commesso in un negozio di stoffe, che poi rilevò e gestì in proprio, consentendo in tal modo ai figli Leonardo ed Ernesto di dedicarsi all'arte.

Il B. ebbe i primi rudimenti d'arte dal pittore G. Fasanotti; poi all'Accademia seguì un regolare corso. di studi alla scuola di G. Bertini, che i giovani preferivano a quella dello Hayez; e come gran parte dei suoi condiscepoli, iniziò la sua attività con una serie di quadri di interni, lodati dal maestro e apprezzati sul mercato artistico. Qualche suo studio di figura potentemente colorito e chiaroscurato, e particolarmente l'Autoritratto giovanile esistente nella raccolta Gussoni (Milano), sta a palesare le sue attitudini singolari in un campo da lui meno coltivato.

Di quel periodo si ricordano gli interni milanesi: Corodella chiesa di S. Vittore (1871); Il duello (1878, premio Fumagalli, già racc. Mascioni); il Salone di palazzo Verri; La vestizione della monaca (1888, Milano, Gall. d'Arte Moderna); la Cappella della chiesa del Carmine(ibid.); Interno della cappella di S. Maria delle Grazie (ibid.); Il pulpito di S. Ambrogio; Il saccheggio (Milano, Museo Poldi Pezzoli). Con la Sala del Consiglio nel castello d'Issogne vinse nel 1887 il premio "Principe Umberto".

Presto fu attirato dalla pittura all'aria aperta, e in particolare dal colore della laguna veneta: soggiornò quindi a Chioggia e finì per stabilirsi a Gignese (Novara) per la maggior parte dell'anno. Si spense a Milano il 2 nov. 1937.

È considerato un vivace esponente dell'impressionismo lombardo, dedito a ricerche cromatiche e luministiche, ma sfuggito alle lusinghe del divisionismo; i volumi, nella prima maniera del B. solidamente costruiti, si scompongono poi in uno sfarfallare di rapide pennellate improntate di vivace coloritura.

Operoso. fino ad età avanzata, il B. fu fecondissimo di opere: talvolta parve che il loro numero non fosse a vantaggio della qualità; in realtà egli conservò non solo negli originali, ma anche nelle numerose repliche delle sue tele più fortunate, le sue qualità di colorista, sicché meritò di essere degnamente rappresentato nelle maggiori gallerie italiane e internazionali.

Della sua miglior maniera si ricordano: Ponte di Chioggia, premiato a Parigi nel 1889; Pace di naufraghi, medaglia d'oro alla Triennale di Milano del 1897 e poi acquistato dal re; Dopo ilnaufragio, premio "Principe Umberto" nel 1906, acquistato poi a Monaco di Baviera dal ministro Andrassy.

Espose tra l'altro dal 1897 in poi alla Biennale di Venezia, e nel 1923 a Milano alla Gall. Pesaro; ricordiamo tra le opere degli ultimi anni: nel 1930 Alba del venerdì Santo e Piazzetta del Melezet a Bardonecchia; nel 1932 Rattoppi alle reti e Ultima neve sul Mottarone.

Nel 1939, in una mostra individuale postuma, si raccoglieva a Milano nelle sale della Permanente la parte più significativa della sua produzione.

Ernesto, fratello minore di Leonardo (Milano, 29 marzo 1859 - ivi, 19 maggio 1937), fu scultore: allievo di A. Borghi all'Accademia di Brera, fedele seguace di G. Grandi, attratto da T. Cremona e dal Ranzoni, "ebbe... un certo senso compositivo forse più vicino a quello di un pittore che di uno scultore..." (Lavagnino). Tra le sue opere, oltre ai numerosi marmi nel cimitero monumentale di Milano e a vari ritratti: Sordello (1880, premio Canonica, gesso a Milano, Gall. d'Arte Moderna); la statua di Garibaldi a Monza (1886); La vedova(1888, Roma, Gall. d'Arte Moderna); la Trovatella (1889); Esaurimento (1894, Dresda, Gall. Naz.); Monumento a Cavallotti (1906, Milano, Boschetti); Monumento ai Caduti (1922, Cantù); Autoritratto (1926) e Ritratto del fratello Leonardo (Milano, Gall. d'Arte Moderna).


Bibl.: Necrologi in: Corriere della Sera, 3 nov. 1937 (v.b.); L'Ambrosiano, 2 nov. 1937 (C.C.); Il Messaggero, 3 nov. 1937. A. Risi, Artisti contemporanei: L.B., in Emporium, XVII(1903), pp. 325-342; V. Colombo, Le più belle opere esposte nelle mostre di Brera dal 1869 al 1910, Milano 1911, pp. 18, 32, 39; G. Marangoni, L. B., Milano 1915; V. Bucci, prefaz. a L. B. mostra individuale, Milano 1923 (Gall. Pesaro); R. Viviani, L.B., in Giornale dell'arte, XV(1928), pp. 1 ss.; A. Colasanti, Catalogo della Galleria nazionale d'arte moderna, Roma s. d. [ma 1935], p. 16; M. Bezzola-G. Nicodemi, La Galleria d'arte moderna. Dipinti, Milano 1938, pp. 26-29; G. Nicodemi, In memoria di L. B., Milano 1938; Soc.per le Belle Arti ed Esposiz. permanente, L. B. pittore, mostra postuma, Milano 1939; F. Geraci, L. B., il pittore di Chioggia, in Le Tre Venezie, XVI(1941), pp. 674-676; E. Piceni - M. Cinotti, La pittura a Milano dal 1815 al 1915, in Storia diMilano, XV, Milano 1962, pp. 544 ss.; U. Thieme-F. Becker, KünstlerLexikon, III, p. 109; Encicl. Ital., VI, p. 441.

Per Emesto: Necrologi in: L'Ambrosiano,20 maggio 1937 (C. Carrà); Corriere della Sera, 20 maggio 1937. A. Bersellini, E. B., in Cronaca della Esposizione di Belle Arti, Brera, Milano 1891, p. 59; O. Roux, E. B., in Natura ed Arte, II (1895-96), pp. 184 ss.; O. Novi, Pittori e scultori di popolo, in La Lettura, III (1903), p. 127; N. Salvaneschi, E. B., Milano 1921; G. Nicodemi, E. B., in Cronache d'arte, I (1924), pp. 50-56; Il ritratto nell'opera di E. B., in Lo scultore e il marmo, Milano, 21 dicembre 1928; S. Vegezzi, Le sculture italiane dell'Ottocento, Milano 1932, p. 135; C. Accetti, Omaggio a E.B., in La Sera, 29 marzo 1937; M. Bezzola-G. Nicodemi, La Galleria d'Arte moderna. Sculture, Milano 1938, pp. 26-31; E. Somarè, Scultori dell'Ottocento: E.B., in Esame, 1941, 1-2, pp. 3-20; E. Lavagnino, L'arte moderna, Torino 1961, pp. 748, 782, 784; E. Piceni - M. Cinotti, La scultura a Milano dal 1815 al 1915, in Storia di Milano, XV, Milano 1962, p. 616; U. Thieme-F. Becker, Künstler-Lexikon, III, pp. 108 s.; Encicl. Ital., VI, p. 441.

VEDI ANCHE
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Pittore (Monza 1857 - Bordighera 1927). Nipote di M. Bianchi, allievo di G. Pagliano, coltivò soprattutto la pittura di paesaggio (Casolari rustici, 1891, Milano, Galleria d'arte moderna), in particolare di marine, e più tardi un genere mondano, superficiale e brillante.
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Genere:LibroLingua: ItalianoEditore: TERRA FERMAPubblicazione: 01/2011

TRAMA
Tra i più grandi, amati e prolifici artisti dell'Ottocento italiano, Leonardo Bazzaro (1853-1937), è presente nei Musei e Istituzioni nazionali e internazionali con oltre sessanta opere. L'Archivio generale delle opere del pittore, diretto da Francesco Maspes ed Enzo Savoia, ormai da alcuni anni censisce e cataloga l'ingente materiale documentale, fotografico e iconografico del grande Maestro lombardo, di cui ora si propone il catalogo ragionato delle opere. Il progetto scientifico è basato sull'analisi e ricostruzione di importanti apparati espositivi e bibliografici e lo studio di tele custodite in celebri collezioni private, museali e di importanti opere ritrovate (molte delle quali inedite), che si pensavano ormai perdute.

NOTE LIBRAIO
Lo stile dell'artista si definisce già durante i suoi anni all'Accademia di Brera, allora diretta da Giuseppe Bertini che nel 1880 gli acquistò il quadro Il Saccheggio per poi donarlo al Museo Poldi Pezzoli di Milano. A partire dagli anni settanta Bazzaro si dedica al genere del paesaggio e a scene ambientate en plein air. Una spinta decisiva in tale direzione è data, a partire dal 1880, dai numerosi soggiorni a Venezia e a Chioggia. Parallelamente si dedica ai paesaggi che ritraggono scorci delle vallate alpine lombarde e della Valle d'Aosta. Tale produzione gli consente di affermarsi come uno dei protagonisti del Naturalismo lombardo, a fianco di artisti del calibro di Filippo Carcano, Mosè Bianchi, Emilio Gola, Francesco Filippini, così come anche recentemente riconosciuto dalla critica. Chiudi

Tel: 3486422775

Luogo: Lazio - Roma

Aggiunto a 2 giorni fa e scade il 21 August
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