LO ZODIACO PROIBITO CHE INCANTÒ L'EUROPA - MANDATO AL ROGO POST MORTEM
Lo "Zodiacus Vitae" di Marcellus Palingenius rappresenta un'opera controversa che, nonostante la censura della Chiesa, ha lasciato un segno nella storia letteraria europea per la sua combinazione di elementi filosofici, satire sociali e un'approfondita esplorazione della ricerca della felicità umana attraverso la conoscenza scientifica.
Ebbe un rapido successo e fu molto apprezzato negli ambienti protestanti e del Nord Europa. L'autore, umanista, medico e poeta nato a Stellata, Ferrara nel 1500 e morto nel 1543, pubblicò quest'opera sotto lo pseudonimo di Marcellus Palingenius (le iniziali dei primi 29 versi del libro I° danno proprio l'acrostico di questo nome). Dopo la morte, nel 1549, Paolo III istituì un processo contro la sua memoria, le ossa furono riesumate e arse al rogo. Nel 1558 questo lavoro fu messo all'Indice.
CONTENTS
Zodiacus Vitae è un poema filosofico-mitologico diviso in 12 libri, ciascuno dedicato a un segno zodiacale. L'opera traccia un percorso morale e intellettuale che porta l'uomo dalla condizione terrena all'ideale celeste e infine a Dio. L'autore, Pier Angelo Manzoli, sotto lo pseudonimo di Marcello Palingenio Stellato, esplora diverse filosofie e riflette sul raggiungimento della virtù. Tuttavia, la sua vera identità è stata oggetto di dibattito.
Pubblicato a Venezia nel 1536 e dedicato a Ercole II d'Este, duca di Ferrara, Zodiacus vitae ha suscitato notevole scalpore per le sue audaci critiche alla Chiesa cattolica, a Martin Lutero e all'ipocrisia ecclesiastica. Proprio per questo motivo, fu inserito nell'Index librorum prohibitorum nel 1557, condanna ribadita nei successivi indici romani fino al XX secolo.
Nonostante il divieto della Chiesa cattolica, l'opera ha ottenuto un vasto successo fuori dall'Italia, specialmente tra i circoli libertini e nelle regioni protestanti. Le numerose edizioni e traduzioni in Europa testimoniano la sua rilevanza e influenza.
Il poema si distingue non solo come una testimonianza del pensiero italiano durante l'età della Riforma, ma anche per le sue qualità poetiche. Manzoli, influenzato da Epicuro, Platone e dal neoplatonismo di Ficino, esplora temi riguardanti l'universo, la natura e l'uomo, oltre a lanciare satire pungenti contro i costumi del suo tempo. La struttura cosmologica del testo riflette un profondo dualismo tra l'intellettuale e il volgo, la Terra e il cielo, con forti riferimenti alla cosmologia aristotelica e stoica.
CONDITION REPORT
Legatura in pelle di scrofa incisa a freddo. Cornici concentriche, anno di pubblicazione e monogramma del proprietario incise al piatto anteriore. Segni di usura, dorso parzialmente rimontato.
[6]-333-[71, 6 bl.] pp. Marca tipografica xilografica al frontespizio. Sono presenti vecchie annotazioni e sottolineature di diverse mani.
FULL TITLES & AUTHORS
Marcelli Palingenii Stellati poetae doctissimi Zodiacus Vitae, hoc est, De Hominis Vita, studio, ac moribus optime instituendis libri XII. ad illustriss. Ferrariae Ducem Herculem secundum opus mire eruditum, planeq(ue) Philosophicum: Diligentissime in usum studiosorum excusum.
Marcellus Palingenius [pseudonimo di Pietro Angelo Manzolli]
Basel, Nicolaus Brylinger, 1557
BIBLIOGRAPHY
(Cantamessa - Biblioastrology)
L'identità dell'autore venne rivelata per la prima volta da Facciolati nel 1725, che sostenne che il nome “Marcello Palingenio” era anagramma adattato di Pierangelo Manzolli, nativo di Stellata, frazione di Bondeno, Ferrara. Ricerche successive, tuttavia, hanno portato in altra direzione e ipotizzato che Manzolli fosse in realtà nato in Campania e che il suo vero nome fosse Marcello Stellati (ma io non ci credo proprio!). La questione dell’identità di Manzolli è comunque sempre stata qualcosa di simile a un “giallo”: lo stesso Giordano Bruno riteneva che Manzolli fosse un tedesco. Nel 1549 Paolo III istituì un processo contro la sua memoria: Manzolli fu condannato per eresia e nel 1551 le sue ossa furono riesumate e arse. Quando però sia morto non è chiaro: dalla fonte già citata traggo la notizia che l’ultima data nota nella quale egli era in vita è il 26 ottobre 1537, coincidente con l’ultimo pagamento fattogli per le lezioni domenicali che egli teneva sulle orazioni su Cicerone in seguito alla sua nomina di magistrum humanarum litterarum da parte del Consiglio Municipale di Forlì.
Quanto al contenuto dell’opera, messa all’indice nel 1558, va detto che essa è qui descritta non tanto perché possa considerarsi astrologica, quanto piuttosto perché i suoi 12 libri sono titolati con i nomi dei Segni zodiacali. A questo riguardo, una curiosità: i primi 29 versi del Primo Libro (Aries) formano l’acrostico latino dello pseudonimo di Manzolli (Marcellus Palingenius Stellatus). L’astrologia dunque è qualcosa di simile ad un alibi letterario per il Poeta, perché l’oggetto principale dell’opera (che ebbe un enorme successo editoriale: le 49 edizioni che ho citato sono solo una parte dell’intero), è invece lo studio della pluralità dei mondi e la condanna degli abusi ecclesiastici, temi entrambi che si intrecciano con dissertazioni didascalico-moraleggianti e metafisiche. E’ evidente la simpatia per l’Autore per Lutero e per Erasmo da Rotterdam, tanto vero che l’opera ebbe larga diffusione in ambienti protestanti e fu molto apprezzata in Inghilterra.
Gustave Reynier [1859-1937] scrisse nel 1893 (Parisiis, apud Hachette et socios) una tesi su quest’opera, con il titolo De marcelli Palingenii Stellati poetae Zodiaco vitae: Hanc Thesim Facultati litterarum Parisiensi proponebat Gustave Reynier Scholae Normalis olim Alumnus (in 4°, 23 cm, pp. 92). Esemplari: Bibl. Naz. Centr. Firenze; Bibl. Civica Aprosiana, Ventimiglia; Bibl. Seminario Maggiore, Padova; British Library; Exeter Cathedral; Bayerische Staatsbibliothek München; Österreichische Nationalbibliothek Wien; University of Toronto, Thomas Fisher Rare Book. Chiudi
Luogo: Emilia-Romagna - Piacenza
Aggiunto a 11 giorni fa e scade il 12 December
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