E’ questa la ricostruzione di una pagina amara della vita italiana, passata e presente, riproposta dall’autrice in termini rigorosi e puntuali: la legislazione per la repressione dei reati fascisti allestita all’indomani della Liberazione e la renitenza di varie forze, compresa parte della magistratura, a punire i colpevoli.
Si evidenzia la sconcertante ambiguità che fa da filo conduttore ai processi Anfuso, Caruso e Borghese, pur nei loro diversi esiti.
Ambiguità che è proseguita nella storia della Repubblica fino alla sentenza che ha concluso il processo stralcio contro il deputato missino Abbatangelo con la condanna all’ergastolo, alla quale è seguita la condanna di tutti i responsabili della strage di Natale.
Si assiste al ricorrente tentativo, con alterne vicende, di rompere il legame fissato dai fatti tra la tradizione dell’antifascismo e della lotta partigiana e la democrazia repubblicana, ostacolo assai forte al varo di una nuova costituzione che poggi su valori diversi, come dice Nicola Tranfaglia nella prefazione.
E appare sempre valido l’appello con cui Ferruccio Parri chiudeva la sua introduzione nel ’58: la Resistenza deve dunque ancora resistere
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